Dati preoccupanti e allarmanti emergono dal rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili – Fuori dall’ombra: le vite sospese dei figli delle vittime di sfruttamento” pubblicato da Save the Children in occasione della Giornata Internazionale Contro la Tratta di Esseri Umani che ricorre oggi, venerdì 30 luglio 2021.
Il rapporto, giunto alla XI edizione, analizza le condizioni di bambine, bambini, adolescenti e giovani vittime o potenziali vittime di tratta e sfruttamento nel nostro Paese, anche alla luce dell’impatto della pandemia che le rende ancora più vulnerabili. Emerge in questo approfondimento anche il dramma dei minori figli delle donne vittime, nati e cresciuti in un contesto di isolamento e sfruttamento e con il grave rischio di vedere compromesso il loro futuro.
Tra le regioni del mondo il numero più alto di casi accertati con vittime minorenni è l’Europa occidentale e meridionale per un totale di 4.168 vittime, in maggioranza maschi.
Tratta e sfruttamento degli esseri umani, in particolare dei minori, sono fenomeni che difficilmente riescono ad emergere, a causa degli enormi interessi dei trafficanti in un mercato che si trasforma, ma non accenna a diminuire e dell’insufficiente impegno nel monitoraggio e nell’azione di prevenzione e contrasto.
Già prima della pandemia si era raggiunto il numero di 50.000 vittime accertate nel mondo. Con le conseguenze della pandemia, che ha spinto in povertà nel 2020 ben 142 milioni di bambini e adolescenti in più, la situazione è destinata a peggiorare. Ben 10 milioni di bambini potrebbero non tornare più a scuola, esponendosi così al rischio di sfruttamento, abusi, gravidanze e matrimoni precoci. Secondo le stime, il solo sfruttamento lavorativo potrebbe inghiottire entro la fine del 2022 altri 8,9 milioni di bambini e adolescenti, per più della metà sotto gli 11 anni.
La situazione Italiana
La tratta e lo sfruttamento sono fenomeni che non risparmiano neanche l’Italia, dove le vittime prese in carico dal sistema nazionale anti-tratta nel 2020 erano 2.040, tra cui 716 nuovi casi emersi e presi in carico nel corso dell’anno. Sono soprattutto donne e ragazze (81,8%), mentre 1 vittima su 20 è minore.
Tra i paesi d’origine delle vittime prevale la Nigeria (72,3%), seguita da Costa d’Avorio, Pakistan, Gambia e Marocco, mentre la forma di sfruttamento più rilevata è quella sessuale (78,4%), seguita da quella lavorativa (13,8%). Inoltre l’1% delle vittime è stato coinvolto in economie illegali e lo 0,6% nell’accattonaggio.
I minori, vittime di sfruttamento lavorativo intercettati dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro nel 2020 sono 127, sia stranieri che italiani, con una leggera prevalenza femminile (57,7%). Gli illeciti riguardano in gran parte il settore terziario (88%), seguito da industria (4,7%), edilizia (3,9%) e agricoltura (2,4%). «Un dato che deve far riflettere sulla necessità di indagini mirate a far emergere un fenomeno ancora per lo più sommerso».
Particolarmente allarmante il dato che riguarda le donne vittime di tratta e sfruttamento sessuale con figli minori, spesso anch’essi nelle mani di e trafficanti: i casi di ex-vittime o vittime con figli individuati sono quasi raddoppiati tra il 2016 e il 2020, passando dal 6% all’11,6% sul totale dei casi presi in carico dal sistema anti-tratta, con ulteriore incremento nei primi sei mesi del 2021 (+0,4%).
Attualmente il sistema anti-tratta assiste 190 nuclei vulnerabili che comprendono 226 minori.
Anche nell’ambito dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo, in particolare nel sud, sono emersi casi di donne, principalmente originarie dell’Est Europa, che sono costrette in un circuito di isolamento subendo ricatti, violenze e abusi. Queste violenze coinvolgono inevitabilmente anche i loro figli che rischiano di vedere il loro futuro compromesso.
Questi bambini e bambine, generalmente molto piccoli, sono nati a volte proprio da abusi. Essi non solo assistono alle violenze perpetrate sulle loro madri, ma rischiano di subire loro stessi violenza per mano di sfruttatori e trafficanti o di diventare oggetto di ricatto per tenere soggiogate le loro mamme.
«I bambini figli delle vittime di tratta e sfruttamento sono spesso prigionieri, con le loro mamme, di un circuito di violenza, ricatto e abuso. –afferma Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia Europa di Save the Children- Le loro mamme sono donne, anche giovanissime, che portano sulla propria pelle una serie ripetuta di violazioni precoci subite in molti casi già nei loro Paesi di origine, in situazioni di estrema povertà materiale e deprivazione sociale. Anche qui in Italia affrontano le peggiori condizioni di sfruttamento».