«La tratta delle persone è un crimine contro l’umanità. Dobbiamo unire le forze per liberare le vittime e per fermare questo crimine sempre più aggressivo, che minaccia, oltre alle singole persone, i valori fondanti della società e anche la sicurezza e la giustizia internazionali, oltre che l’economia, il tessuto familiare e lo stesso vivere sociale». (Papa Francesco)
Giovedì 8 febbraio si celebrerà, in occasione della memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita la schiava nera divenuta santa, la IV Giornata Mondiale contro la tratta di esseri umani 2018. La Giornata mette a fuoco il dramma di tante persone itineranti: i migranti, i rifugiati e gli sfollati. Difatti il tema: “Migrazione senza tratta. Si alla libertà! No alla tratta!” riassume in sintesi la violenza e lo sfruttamento sofferto dai migranti, molti dei quali durante il viaggio scompaiono oppure sono vittime del traffico di organi.
Fenomeno delicato e complesso, per di più considerato scomodo da molti. Migrazioni e tratta un tempo erano separati e ben identificabili oggi hanno una contiguità tale, che li fa troppe volte sovrapporre, confondere, intrecciare in maniera sempre più difficilmente districabile.
Le vittime preferite della nuova schiavitù sono due gruppi. Il primo gruppo sono le donne provenienti dai paesi dell’Est Europa e Nigeriane, che vengono adescate con false promesse dalla criminalità internazionale e le costringe alla prostituzione su strada o in luoghi nascosti quali appartamenti privati o night club. I minori invece rappresentano il secondo gruppo più numeroso tra le vittime di tratta pari a 1 un caso su 4.
Quasi il 90% dei migranti arrivati in Europa negli ultimi anni è vittima dei trafficanti di esseri umani. Tanti di loro – uomini, donne e bambini – sono ridotti in condizioni di vera e propria schiavitù per lo sfruttamento sessuale e lavorativo. L’Italia non è immune da questo obbrobrio, il fenomeno riguarda dalle 50 alle 70 mila donne costrette a prostituirsi e circa 150 mila uomini, in gran parte giovani migranti, sfruttati per il lavoro schiavo. Sono i nuovi schiavi del XXI secolo.
In questo clima la tratta, “espressione patologica della migrazione”, si instaura e prospera. Il modo? Uno solo: la violenza, fisica o patologica, terribile. Il corpo diventa l’ultima e unica risorsa del migrante ed è sfruttato nel mercato del sesso, del lavoro nero, nell’accattonaggio, nel trasporto di droga, nel traffico di organi.
È dunque urgente attivare corridoi umanitari, sensibilizzare i cittadini sul traffico di esseri umani e rafforzare la collaborazione tra enti, associazioni e istituzioni, che operano a vario titolo nel campo delle migrazioni e della lotta alla tratta.
È fondamentale, riaffermare la necessità di garantire diritti, libertà e dignità alle persone trafficate e ridotte in schiavitù e, dall’altro, denunciare sia le organizzazioni criminali sia coloro che usano e abusano della povertà e della vulnerabilità di queste persone per farne oggetti di piacere o fonti di guadagno.
L’incremento delle ingiustizie del mondo contemporaneo fomentano la crescita della criminalità organizzata e della corruzione politica. Il nostro è un dovere cristiano e civile incorruttibile per garantire il diritto a viaggiare in sicurezza, di persone vulnerabili e indifese.
Il programma degli eventi organizzati
dall’Ufficio Migrantes della Diocesi di Andria
Via Quarti, 11 – Andria
Giovedì 8 febbraio 2018 – ore 19:00 presso Parrocchia Gesù Crocifisso, Andria
Veglia di preghiera e riflessione contro la tratta di persone,
Lunedì 12 Febbraio 2018 – ore 19:00 in via Quarti, 7, Andria
S.E. Mons. Luigi Mansi Vescovo di Andria, benedirà l’Ambulatorio Medico-Infermieristico della Casa di Accoglienza “S. Maria Goretti” nel suo nuovo luogo e nella sua nuova veste.
L’Ambulatorio Medico-Infermieristico, lo scorso anno 2017, ha dato assistenza medica e farmaceutica a circa 800 uomini e donne, di cui circa il 70% popolazione andriese.
Lunedì 12 Febbraio 2018 – ore 20:30 presso Casa Accoglienza, via Quarti, 11
No-body di Valeria Simone. Il testo dello spettacolo è stato finalista al concorso nazionale di drammaturgia “Bianca Maria Pirazzoli” – Bologna e al premio nazionale “Lingua Madre 2009” – Torino.
Per prenotazioni chiamare: 320 47 99 462
L’invito è esteso a tutta la comunità.
GIUSEPPINA BAKHITA, LA SCHIAVA DIVENUTA SANTA
Santa Bakhita protettrice degli schiavi e delle schiave
Nativa del Sudan, dove nasce nel 1869, viene rapita al’età di sette anni e venduta più volte sul mercato delle schiave. I suoi rapitori le danno il nome di Bakhita («fortunata»). Nel 1882 viene comprata a Kartum dal console Italiano Calisto Legnani che la affida alla famiglia di Augusto Michieli e diventa la bambinaia della figlia. Quando la famiglia Michieli si sposta sul Mar Rosso, Bakhita resta con la loro bambina presso le Suore Canossiane di Venezia. Qui ha la possibilità di conoscere la fede cristiana e, il 9 gennaio 1890, chiede il battesimo prendendo il nome di Giuseppina. Nel 1893, dopo un intenso cammino, decide di farsi suora canossiana per servire Dio che le aveva dato tante prove del suo amore. È stata canonizzata da Giovanni Paolo II nel 2000