“Abbiamo faticato tutta la notte…
ma sulla sua Parola…”.
(dal Vangelo secondo Luca 5,1-11)
Nel “raccontare” i servizi (relativi all’anno 2020), che la Casa Accoglienza “S. Maria Goretti” della Diocesi di Andria ha offerto per “risollevare” l’indigente dalla polvere e ridare speranza a quanti giacciono “nell’ombra della povertà e della morte”, non possiamo non dire la fatica che ormai proviamo per venire incontro alle molteplici domande di aiuto. Come l’Apostolo Pietro, il pescatore della Galilea, anche noi dopo tanto lavoro-servizio, sperimentando non tanto il fallimento, quanto l’affanno.
Fatica e affanno che proviamo non tanto per l’aumento vertiginoso delle richieste di aiuto e sostegno, ma perché ci muove e ci commuove l’amore per ogni persona, a cui mai deve mancare una risposta che alimenti la speranza e la gioia di vivere.
Dietro ogni numero c’è un volto, una storia, un dramma che deve essere amato e sentito. E questo non solo perché è “la carità di Cristo che ci spinge”, ma anche perché l’uomo ha una vera dignità umana, prima ancora che cristiana, che chiede rispetto, amore e promozione.
L’emergenza sanitaria in atto non ha frenato le attività ed i servizi erogati da Casa Accoglienza “S.M. Goretti” della Diocesi di Andria. Di concerto con gli operatori e i volontari sono state pianificate e coordinate meticolosamente tutte le attività al fine di garantire sicurezza e limitazione alla circolazione del virus. I numeri che seguono – riferiti al 2020 – sono drasticamente variati a seguito dell’emergenza sanitaria: la mensa ha erogato meno pasti, di riflesso sono aumentati i pasti caldi d’asporto: a fronte di 150mila pasti serviti a tavola, con un numero di beneficiari pari a 3500, sono stati erogati 18200 pasti d’asporto a 3650 beneficiari. Sono state 9000 le prestazioni erogate nell’ambito del servizio “doccia” e n. 4500 le prestazioni legate alla donazione di indumenti opportunamente sanificati.
Il servizio ambulatoriale medico infermieristico ha erogato 1200 prestazioni a circa 600 beneficiari durante l’intero anno. Alimenti per neonati, prodotti utili all’igieni dei piccoli e altri servizi hanno prodotto 1920 prestazioni verso 80 beneficiari (madri sole, famiglie in difficoltà sociale ed economica).
Durante il 2020 Casa Accoglienza S. M. Goretti ha effettuato anche n. 2 inserimenti Uepe (lavori socialmente utili nell’ambito delle Misure Alternative alla Detenzione – Affidamento in Prova al Servizio Sociale).
Non è stata risparmiata la formazione e l’informazione e, nell’ambito del progetto “Ho un debole per i deboli / Mezzora con” sono stati circa 6000 i beneficiari che hanno potuto usufruire dei vari servizi; circa 250 invece sono state le prestazioni erogate nell’ambito del sostegno socio educativo territoriale per un totale di 650 prestazioni.
La Squadra Operativa di Soccorso Sociale ha fornito 480 prestazioni a 300 beneficiari, soprattutto nei periodi di grande emergenza legati ai mesi invernali ed estivi. Nel rispetto delle regole dettate dalla pandemia, i volontari e gli operatori hanno evaso 10800 presso lo sportello d’ascolto e 288 visite domiciliari. Lo sportello bacheca lavoro ha registrato 4320 prestazioni ad altrettanti beneficiari, mentre il servizio Sam (Sportello accoglienza migranti) ha registrato 7200 prestazioni a 3600 beneficiari.
Considerevole e preziosa l’attività legata al servizio di tutoraggio economico nei confronti di 50 beneficiari (2400 le prestazioni erogate), alcuni di loro inseriti anche nel percorso di contrasto al GAP (Gioco di azzardo patologico) che, nel 2020, ha rilevato un incremento di richieste d’aiuto e di effettivi beneficiari: 288 le prestazioni realizzate a 100 fruitori. Per lo più giovani che hanno chiesto aiuto tramite la rete parentale e amicale: fondamentale al fine di intraprendere percorsi utili ad uscire da questa dipendenza patologica definita “eroina del nuovo millennio”.
Nessuno si salva da solo. Il covid19 e le sue varianti continuano a mettere a dura prova le nostre esistenze martoriate fisicamente, economicamente e socialmente. Soltanto l’aiuto reciproco può guarirci e renderci, uomini e donne migliori, costruttori di fratellanza nel nome di nostro Signore.
don Geremia Acri, e i volontari