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Giornata Mondiale delle Povertà

06/09/2018

Siamo nel 2018 e la fame nel mondo resta ancora l’unico “volto” della povertà per l’opinione comune. Eppure di povertà ce ne sono!

Il cristiano non può rimanere indifferente di fronte al grido dei poveri: ragazzi che crescono nel fragore delle bombe, anziani lasciati soli, uomini e donne vittime di abusi, giovani annebbiati dai fumi della droga, dell’alcool e delle varie dipendenze patologiche che vanno a sommarsi alle povertà materiali di cui noi siamo spesso spettatori passivi.
Non possiamo restare immobili di fronte a coloro che chiedono giustizia sociale. Povero è anche colui che fomenta odio e che forse non ha mai conosciuto il bene, l’amore, ed ecco che si ritrova a rivendicare un diritto di prevaricazione rispetto a chi non ha voce e non ha forza per prendersi quello che di diritto gli spetta.

Siamo tutti poveri, chi più, chi meno, siamo tutti bisognosi di amore e di certezze per il presente e per il futuro. Siamo anche tutti colpevoli delle povertà dilaganti. Siamo colpevoli delle discrepanze, dei divari che si acutizzano piuttosto che restringersi.
Nella giornata mondiale delle povertà, il vescovo, mons. Luigi Mansi, e alcuni sacerdoti della nostra diocesi hanno scelto di vivere un momento di convivialità con ospiti, volontari e amici della casa di Acc. S. M. Goretti che assiste ogni giorno centinaia di persone che chiedono aiuto, non solo materiale. Un momento di confronto necessario e doveroso non fosse altro per far sì che l’incontro dell’altro diventi un’occasione per elevare culturalmente e socialmente la nostra comunità.

In serata, la giornata mondiale delle povertà si è arricchita di uno spettacolo importante: I Veryferici della compagnia Shebbab Met Project. Un pugno dritto allo stomaco quando, sul palco dell’auditorium dell’oratorio Salesiano di c.so Cavour, ragazzi venuti dalle periferie del mondo hanno portato in centro la loro voce per ricordarci quanto sia importante schierarsi sempre dalla parte degli ultimi.

Morale dello spettacolo: siamo noi occidentali costruttori di muri sempre più alti piuttosto che di ponti per congiungersi con chi chiede il nostro aiuto. Dovremmo imparare dalle periferie del mondo il valore dell’incontro con chi è “altro” da me per poter costruire relazioni migliori.

Loro, gli altri, i migranti, i veryferici, si scoprono “negri” quando entrano in contatto con il mondo occidentale, e si sentono come delle merde calpestate per caso. Su quest’ultimo concetto vi invitiamo a riflettere profondamente. Negri non si nasce, si diventa.

Giornata Mondiale delle Povertà